Incontro di venerdì 5 maggio 2023
I figli? Si educano così
I fratelli di P. Terenzio
e
Il padre di famiglia di C. Goldoni
Questione, crisi, emergenza sono i tre sostantivi che sempre più spesso vengono qualificati dall’aggettivo “educativa” per definire ciò che sta molto a cuore a chiunque oggi si preoccupi del futuro dell’umana società.
Un’impressionante sequenza di episodi – rilanciati sovente dai social insieme agli altri media – inchioda il nostro tempo alle sue drammatiche responsabilità: sembra proprio che esso non sappia più educare. Sempre più imperante sembra essere il principio del “lasciar fare” con travisate forme di tolleranza verso comportamenti che invece, in famiglia come fuori (a scuola, per esempio) andrebbero semplicemente condannati. E invece si fa un po’ fatica a parlare di questi temi. Perché e-ducare (dal lat. e ducere), trarre fuori da ognuno ciò che di meglio ha dentro di sé senza neanche sospettarlo, è cosa delicata e difficile e … bisogna essere educati a farlo. E quale strada seguire quando si decide di correre la sfida educativa? La forma permissiva o quella autoritaria?
Nel nostro ultimo incontro dedicato al Maggio dei Libri, ci siamo fatti aiutare dall’autorevolezza di due classici: gli “Adelphoe” (I fratelli) di Terenzio e “Il padre di famiglia” di Goldoni che, nelle loro rispettive epoche, hanno avvertito in maniera illuminante l’importanza di una corretta educazione per i loro giovani. Ad alta voce, in una piacevole lettura partecipata abbiamo ascoltato le ragioni del rigido Demea, abbarbicato al mos maiorum, e quelle “più elastiche” del fratello Micione, di mentalità liberale, accusato di eccessivo permissivismo verso il giovane che gli era stato affidato. La parola è passata poi al Pancrazio goldoniano, protagonista di quella che l’autore definiva “una commedia d’educazione” in cui il pubblico veneziano avrebbe dovuto identificarsi e istruirsi, secondo i più saldi principi illuministici. “Felice chi ha la sorte di avere una buona educazione! I figliuoli se non si rilevano bene, se non si danno loro de’ buoni esempi diventano pessimi, gente inutile, scorno delle famiglie e scandalo delle città”.
E i nostri giovani partecipanti cosa ne pensano?
Incontro di martedì 14 e giovedì 16 marzo 2023
DONNA, VITA, LIBERTÀ
letture scelte
sulla condizione della donna
in Iran ed Afghanistan
Incontro di lunedì 6 febbraio 2023
Per questo ho vissuto
Sopravvissuta ad Auschwitz
Pagine scelte
In occasione della Giornata della Memoria 2023, nell’Auditorium della scuola, si è tenuta una lectio magistralis per avvicinare gli studenti alla shoah, sensibilizzarli al valore etico della memoria e per contribuire a costruire una coscienza consapevole in loro, cittadini del domani.
Al centro dell’incontro sono stati il significato del giorno della memoria, la ricostruzione storica di quegli anni e in particolare le testimonianze di Sami Modiano e Liliana Segre.
La lettura dei due testi, Per questo ho vissuto e Sopravvissuta ad Auschwitz ha coinvolto emotivamente i ragazzi, li ha fatti entrare in sintonia con i sopravvissuti, li ha fatti riflettere sul loro ruolo lacerato dai sensi di colpa e dal pesante fardello del dovere della testimonianza.
L’attenzione, il rispetto, l'interesse e il religioso silenzio con cui i ragazzi hanno partecipato, dà senso alla testimonianza e al racconto di chi ha vissuto il Lager.
“Raccontare […] è un obbligo morale e civile, un bisogno primario, liberatorio, una promozione sociale: chi ha vissuto il Lager si sente testimone per diritto e per dovere, frustrato se la sua testimonianza non è recepita, remunerato se lo è” (P.Levi, Prefazione a La vita offesa, a cura di A.Bravo e D.Jalla, 1986).
Hanno accompagnato le parole, rendendole ancor più significative, immagini e musica, come la toccante "Ninna nanna" ebraica cantata dalle mamme costrette a portare i propri figli nelle camere a gas e l'intensa "Auschwitz" di F. Guccini che la gran parte dei giovani partecipanti non conosceva.
La tradizione ebraica impone l’obbligo del ricordo, zachor, Ricorda! Ed è per questi ragazzi disposti ad ascoltare che i sopravvissuti hanno testimoniato e, pertanto, sono vissuti.
F. Grieco
In allegato alcune foto relative all'incontro.
BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE
Sopravvissuta ad Auschwitz, Emanuela Zuccalà, 2013
Per questo ho vissuto, Sami Modiano, Bur, 2016
Ninna Nanna Ebraica.Wmv - YouTube
Auschwitz, F. Guccini
Incontro di martedì 13 e giovedì 15 dicembre 2022
Il senso del dono
Testi scelti
Sono arrivate le feste natalizie col consueto carico dei loro riti.
Se non ci si fa prendere totalmente dalla loro frenesia, è anche possibile che ci si soffermi un po’ a riflettere. È troppo per il periodo? E allora diciamo almeno a prendere in considerazione quello che ci circonda. Per esempio, perché ci facciamo regali? E perché qualcuno preferisce la parola “dono”? E cosa significa che un “pacchetto” passa “da me a te” e viceversa? E che valore ha questo gesto nella nostra società fondata sul mercato e sulle sue leggi? Ma è stato sempre così?
Tutti questi interrogativi sono stati al centro dei due “Pomeriggi in biblioteca” di martedì 13 e giovedì 15, durante i quali, ad alta voce, come al solito, sono stati letti brani di autori e generi vari sul tema del dono.
L’incipit l’ha dato la lettura della legge 110/2015 che istituendo il “Giorno del dono” ha sottolineato come esso sia espressione di valori costituzionali primari come la libertà e la solidarietà declinati in impegno civile e partecipazione.
Per esplorare i significati meno evidenti e più profondi del “donare” non si poteva che proseguire in altro modo se non con “l’indagine etimologica” che ha rivelato che “dono” e “regalo” non sono la stessa cosa: i partecipanti si sono detti abbastanza colpiti da questa scoperta che li ha messi di fronte ai concetti di qualità e quantità. Il regalo, a volte, è vissuto senza emozioni, ma come un dovere finalmente assolto. Il regalo è quantitativo. Donare, invece, che ha origine da “dare”, significa offrire qualcosa per dichiarare affetto incondizionatamente, senza sentire il peso del dovere e senza esigere nulla dall’altro. Il dono è qualitativo.
ANNO SCOLASTICO 2022-23
LIBRIAMOCI 2022 AL LICEO "A. EINSTEIN"
Tra quelli che gli esseri umani hanno ricevuto, non c’è dono più bello della parola. Bellissimo perché ci permette di seguire “virtute” e “canoscenza” e differenziarci dai “bruti”. Ma è un dono da non dare per scontato, se non se ne ha cura perde la sua forza. Che fare, allora? Credere nella parola (per dirla con Flaiano) e leggere. Chi legge è armato di idee, è al sicuro e sa come prendersi cura di sé anche nelle difficoltà.
“Se leggi sei forte!” è stato il tema istituzionale delle Giornate di lettura nelle scuole (14-19 novembre 2022), la campagna nazionale, da poco conclusasi, promossa dal Ministero della Cultura e dal Ministero dell’Istruzione attraverso il Centro per il libro e la lettura. Le scuole italiane che hanno aderito a questa nona edizione di Libriamoci hanno realizzato 13665 attività (quelle pugliesi sono state 1368) coinvolgendo un alto numero di studenti, che hanno apprezzato e seguito - stando ai rilevamenti - i filoni tematici proposti: La forza delle parole, I libri, quelli forti… e Forti con le rime. “La peculiarità di Libriamoci - commentano gli organizzatori - consiste nella grande varietà di partecipanti e soggetti coinvolti, i quali, ciascuno con le proprie competenze, riescono a proporre un’offerta culturale sempre nuova e adatta alle più diverse tipologie di lettori, soprattutto giovani e giovanissimi”.
L’obiettivo del progetto è da sempre quello di diffondere e accrescere l’amore per i libri e l’abitudine alla lettura, attraverso momenti di ascolto e partecipazione. Il sito libriamoci.cepell.it resta attivo come punto di riferimento per la condivisione di esperienze, bibliografie o nuove proposte progettuali.
La settimana di Libriamoci è ormai un gradito appuntamento anche nel nostro Liceo che quest’anno, per riaprire il ciclo dei Pomeriggi in biblioteca, ha organizzato l’iniziativa pomeridiana “La forza delle parole” svoltasi il 15 e il 17 novembre presso il nostro auditorium. Molti sono stati i ragazzi che hanno partecipato per la prima volta, incuriositi dalla proposta e consapevoli, a loro modo, della necessità della lettura che non sempre riescono a praticare. “Grazie a questi incontri, almeno posso leggere un po’ di più”.